mercoledì 3 giugno 2009

Historia magista vitae

In risposta alla mia lettera pubblicata sul Messaggero Veneto di lunedì 1 giugno col titolo “Cultura –una definizione non modaiola”, un amico mi ha inviato una mail di condivisione che riportava anche il discorso agli ateniesi, scritto da Tucidide, e tenuto da Pericle nel 461 a.C..
Onestamente non lo ricordavo, ma neanche molti politici del nostro paese, visto quello che si dice, si sente e si vede e visto come si sta cercando di fare andare alla deriva la nostra democrazia. Rileggere questo testo mi ha messo i brividi perché i concetti che esprime rappresentano un programma politico attualissimo per ogni Stato, compagine politica, persona CIVILE.
In questo momento ritengo che tali principi, pur essendo stati enunciati 2470 anni or sono nella terra dove nacque la democrazia, possano essere adottati come guida morale da tutti coloro che si troveranno a governare a livello locale, nazionale ed europeo.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo
viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di
altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una
ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non
siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro
prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle
proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici
affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è
buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni
ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Historia magistra vitae! Non dimentichiamocene!

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