venerdì 23 dicembre 2011

Gioco. E' una vera dipendenza

Queste considerazioni sono state pubblicate in forma di lettera nella posta dei lettori del Messaggero Veneto del 8 gennaio 2012.
Tra le recenti notizie comparse sui media locali riguardo il gioco d’azzardo autorizzato, colpiscono particolarmente la desolante performance di un giocatore che ha passato 70 ore ininterrotte in una sala da gioco, perdendo un’ingente somma e la notizia che sul prossimo numero di Cronache Tolmezzine ci saranno le pubblicità di 2 sale da gioco. Il gioco così concepito rischia di generare una narcosi ipnotica che può sfociare in una vera e propria dipendenza grave quanto quelle da droga, alcool e fumo. Pare che il giro d’affari di questo mercato dei sogni, raggiunga somme molto importanti, situazione ancor più stridente considerando il momento di lacrime e sangue che stiamo attraversando. Tralascio i commenti sui principi etici di chi gestisce questo mercato, ma da cittadino responsabile, rivolgo una critica a chi lo ha legittimato. Da sempre il monopolio di Stato fa cassa sulle debolezze delle persone che, illudendosi di fare il colpo grosso, alimentano la dipendenza.
Anche se lo stato trae dal gioco un grande profitto, è vergognoso che ne sia permessa un diffusione così capillare. Stando a quanto riportato dal Messaggero del 21 dicembre, il sindaco afferma che a Tolmezzo si trovano ben 70 siti dove giocare. In essi molta gente si rovina sottraendo risorse alle famiglie e all’economia reale. Si direbbe che si punti allo sfascio dello Stato se, per far cassa a breve, si consente a pochi di arricchirsi a dismisura a fronte di
molti che si riducono in miseria, anche perché sarà sempre più necessario destinare somme ingenti al recupero sociale e mentale, dei giocatori patologici senza contare la sofferenza loro, delle famiglie, e, in fondo, il disagio sociale di intere comunità. E’ il cane che si morde la coda! E allora ben vengano tavoli di discussione ed approfondimento del problema, ma soprattutto si pianifichi l’istituzione di luoghi ed iniziative alternativi, allettanti e proficui per giovani e meno giovani e s’investa di più sulla costruzione del benessere sociale.

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