mercoledì 26 maggio 2010

Decisioni e priorità

Questa lettera col titolo "Decisioni e priorità" è stata pubblicata sulla rubrica "per posta e per E-mail" del Messaggero Veneto il 4 giugno 2010.

Ultimamente vivere in Italia è come stare su un ring. La poca stampa ancora libera riesce a divulgare notizie che sono veri e propri pugni nello stomaco. Emergono ogni giorno scandali e malaffare con interessi privati di politici e amministratori in appalti pubblici. C’è addirittura chi non si accorge che gli hanno comprato un appartamento con vista sul colosseo! Non si tratta di isolate mele marce, come qualcuno ci vuol far credere, e ha ragione a dire che non siamo di fronte ad una nuova tangentopoli. Attualmente è peggio: nell’inchiesta mani pulite vennero inquisiti 270 parlamentari che prendevano soldi per il partito, ora li rubano per sè, e questo verbo mi pare più appropriato. Siamo avvolti da un malcostume generale che si è insinuato così bene in tutte le compagini politico-amministrative da trovare seguaci in ogni gradino della scala politica. Gli appalti se li aggiudicano sempre le stesse ditte. Ma che caso! In questi giorni io, comune cittadino, leggo sui giornali che una priorità urgente per il governo è bloccare le intercettazioni e riformare le norme processuali. Mi viene spontaneo pensare “Ma con la grave crisi che c’è, con i disoccupati in crescita, il precariato dilagante, la povertà di tante famiglie che non arrivano neanche a metà mese, tutto ciò a chi giova?” E’ evidente che il governo voglia tenere il popolino in un limbo dove vige l’ottimismo, perché non c’è crisi affermano e sostenere il contrario è puro terrorismo della sinistra. Questa è una vera e propria narcosi da televisione! E ci vuole il sottosegretario alla giustizia degli Stati Uniti per sapere che le intercettazioni sono strumenti essenziali alle indagini nella lotta alla criminalità organizzata e per elogiare l’ottimo lavoro dei magistrati italiani? Sembra paradossale ma non lo è poi così tanto. Non credo che gli americani siano interessati agli affari pubblico-privati della “cricca” del momento o del politico nostrano di turno ma piuttosto “al buco” d’impunità che si creerebbe in Italia per i terroristi e i narcotrafficanti. Il tentativo d’imbavagliare la stampa è disgustoso, fortuna che finalmente c’è stata una quasi plebiscitaria levata di scudi contro quel provvedimento e ciò ha fatto accendere un barlume di speranza. Ma con che faccia vengono ancora a chiedere sacrifici e a spremere come limoni le classi meno abbienti? Ora, ma da molti anni si sente questo ritornello, pare che le risorse si possano trovare nella ricerca degli evasori fiscali e dei falsi invalidi, però intanto si approva e si attua in fretta e furia lo scudo fiscale. Il proposito di smascherare i “furbi” è sacrosanto, però, i soldi recuperati dovrebbero essere usati per adeguare le pensioni e potenziare i servizi per i veri invalidi. I nostri governanti prima di chiedere sacrifici alla popolazione dovrebbero impegnarsi a gestire al meglio i beni demaniali e immobiliari dello Stato, dandoli in concessione a prezzi di mercato. E cosa dire dell’immenso parco di auto blu e degli stipendi stratosferici dei nostri politici? Se sacrifici ci devono essere che siano per tutti a cominciare dalla casta politica. E non faccia ridere il ministro Calderoli a proporre una riduzione del 5% degli stipendi dei parlamentari, attuino piuttosto un adeguamento agli standard europei, notevolmente più bassi. Se poi consideriamo che il presidente della Camera si lamenta perché la settimana parlamentare finisce il mercoledì, la cosa è proprio grave. Secondo me, lo è ancora di più perché, a parte l’assenteismo ordinario evidente dagli scranni vuoti, è stata instaurata una modalità di governo che delegittima il parlamento, mortifica il dibattito democratico e va avanti a colpi di decreti legge e così siamo arrivati alla 32^ fiducia. Ma l’Italia è ancora un paese civile e democratico o siamo di fronte all’avvio soft di una dittatura? Per restare in ambito pugilistico, speriamo di non cadere tramortiti al tappeto, ma di risollevarci! Su questo l’opposizione ha un ruolo importante, ma anche ogni cittadino deve prendersi una parte di responsabilità rifiutandosi di accettare questa disinformazione e la controcultura dilagante cercando di sviluppare senso critico e capacità di giudizio.

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