mercoledì 4 maggio 2011

Un'occasione di risveglio

Questa lettera è stata pubblicata il 21 maggio 2011 nella rubrica "Per posta e per E-Mail" del Messaggero Veneto.

Il recente disastro di Fukushima e il 25° anniversario di Chernobyl hanno riproposto la pericolosità del nucleare, nonostante le rassicurazioni del prof. Veronesi. Il governo, vista l’ondata emotiva popolare, ha approvato una moratoria di un anno, vero e proprio specchietto per le allodole che lo stesso Berlusconi ha svelato durante un incontro con il presidente Sarkozy. Con la Francia ci sono accordi per la costruzione di 4 centrali nucleari e sentire il premier che conferma il sospetto che il governo miri a depotenziare il quesito referendario per evitare che di nucleare se ne riparli tra molti anni, è proprio una bella presa per i fondelli! Analogo boicottaggio anche per i due quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua, bene vitale per tutti. L’obiettivo del governo, sia ben chiaro, non è tutelare la salute dei cittadini, bensì impedire il raggiungimento del quorum per annullare i quesiti referendari, in particolar modo quello sul legittimo impedimento, il più rischioso per il premier. Un vero e proprio scippo alla democrazia! Fortuna che sono nati comitati spontanei e che personaggi famosi sono scesi in campo, ma l’opposizione dove sta? Adriano Celentano ha scritto una lettera indirizzata ai cari studenti, comunisti, fascisti, leghisti e operai costretti a lavorare nell’insicurezza perché non disertino le urne e non sprechino un’importante opportunità. Il governo, pur di boicottare i referendum, non ha unificato la tornata elettorale amministrativa di maggio con quella referendaria di giugno, gettando al vento 350 mil. di euro. I sondaggi Eurispes mostrano un vistoso calo di fiducia nei confronti della politica, i quesiti sono posti in maniera poco chiara e informazione non passa sulle reti televisive pubbliche. Attiviamoci per diffondere in tutti i modi possibili l’informazione negata. Col voto c’è la possibilità di buttare alle ortiche la rassegnazione che ultimamente anestetizza molti italiani, ormai assuefatti ad ogni schifezza.
blog collegato
http://libridibeppeavanzato.blogspot.com/

Una scritta più che oltraggiosa

Questa lettera è stata pubblicata il 12 maggio 2011 nella rubrica "Per Posta e per E-Mail" del Messaggero Veneto.

Sono rimasto sconcertato a leggere sul Messaggero Veneto del 26 aprile che ad Ampezzo, sul muro della casa di Elio Martinis, qualche ignobile anonimo, e non poteva che essere tale, ha scritto “partigiano infame”. Frase oltraggiosa non solo nei confronti del proprietario del muro, ma di tutto il movimento di Liberazione. Martinis, durante la guerra di liberazione, fu il comandante “Furore”, eroico e indomito combattente per la libertà. Ampezzo nell’autunno ’44 diventò, seppur per breve tempo, capitale della Repubblica Partigiana delle Alpi e Prealpi Carniche, un vasto territorio sottratto al controllo tedesco. In Italia ci furono altre zone libere, ma l’esperienza carnica fu unica nel suo genere: un primo abbozzo, un’anticipazione di quel modello che sarebbe diventata la Repubblica Italiana. La scritta è oltraggiosa all’ennesima potenza. Conosco Elio Martinis dalla fine degli anni ’70, quando con mio fratello, geologo, passava giornate a parlare di paleontologia, materia in cui, pur autodidatta, ha acquisito fama internazionale. Elio è anche un grande artista, ma soprattutto un uomo dall’onestà adamantina che ha lottato e pagato di tasca propria per difendere quegli ideali di libertà in cui credeva, come tanti giovani mandati a combattere su fronti lontani e poi abbandonati a se stessi dopo l’8 settembre ’43. Mi sento vicino a lui e a tutti coloro che in ogni parte del mondo hanno lottato e lottano per la libertà e per ottenere una Costituzione che la difenda. Stiamo, purtroppo, assistendo a rigurgiti di ideologie razziste e a continui attacchi alla nostra libertà non solo da parte di balordi di tale risma, ma anche di uomini politici eletti nelle istituzioni che dovrebbero tutelare tali valori invece che denigrarli. “Vergogna! Basta!” Oggi più che mai c’è bisogno di resistere alle reiterate aggressioni a quegli ideali per cui Martinis ha combattuto con passione e coerenza per tutta la vita.