lunedì 14 dicembre 2009

La libertà di culto

Queste considerazioni sulla libertà di culto sono state pubblicate sulla rubrica "La posta dei lettori" del Messaggero Veneto del 15 dicembre 2009.

Il recente risultato del referendum svizzero sul blocco della costruzione dei minareti, le polemiche sul cimitero islamico a Udine e la sentenza di Strasburgo sul crocifisso sono tutte inaccettabili espressioni di violazioni della libertà di culto, diritto sancito dalla nostra Costituzione. Quando viene a mancare il rispetto dell’altro, chiunque esso sia, ateo o credente, cattolico o mussulmano, s’imbocca una deriva di pensiero che può portare verso rigurgiti xenofobi e razzisti. La paura e l’ignoranza finiscono per prevalere sulla tolleranza, sul rispetto e sull’interazione, intesa come reciprocità tra persone e culture senza predominanze, che determina la “crescita” di ognuno. Molto di più, quindi, dell’integrazione cioè adeguamento dell’immigrato alla cultura e al contesto che accoglie rinunciando in parte alla sua identità. L’arricchimento deriva dalla libera circolazione delle idee non dall’arroccarsi su posizioni di intransigenza e di preminenza. Ma com’è possibile che alcuni si arroghino il diritto di imporre ad altri, con prepotenza, le proprie idee? Non si può far altro che ribellarsi ad un simile modo di pensare e di agire e non si può che temere chi crede di avere solo certezze. Pericolosi coloro che ammettono un’unica ragione: la loro e non sono minimamente sfiorati dalla “virtù del dubbio”, titolo di un interessante libro di Zagrebelsky. A proposito della sentenza di Strasburgo, ritengo vessatorio il verdetto contro la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche ed uffici pubblici. Fa parte della nostra tradizione e, credenti o no, va rispettato per ciò che rappresenta. Sarebbe auspicabile che molti di quelli che lo difendono a spada tratta, oltre a parlare, facciano propri comportamenti come l’Accoglienza, più coerenti con quanto insegnato da Gesù Cristo, anche Lui migrante. Gli integralisti di qualunque religione sono sempre stati forieri di tragedie. Non considerano la religione al servizio di tutti, non promuovono l’interazione e, invece di abbattere i muri della diffidenza, li alzano sempre più. Quest’anno ricorre il ventennale della caduta del muro di Berlino, ma per un muro abbattuto quanti altri ne sono stati alzati, reali o virtuali. La storia è piena di ignobili misfatti perpetrati in nome di qualche dio. La scrittrice egiziana Nawal El Saadawi, il cui nome è nell’elenco delle persone condannate a morte dagli integralisti islamici, ha scritto, a proposito del referendum elvetico, “…Quel voto è un regalo ai fanatici che vivono di guerre di civiltà e che non aspettano altro che dire alla moltitudine mussulmana: avete visto, questo è il vero volto dell’Occidente crociato.” Khaled Fouad Allam, un mussulmano, docente universitario che è stato anche parlamentare italiano, ha scritto il libro “La solitudine dell’occidente”. L’autore, dalla sua posizione di osservatore privilegiato dei due mondi, sostiene che l’occidente deve fare i conti con le proprie identità multiple e imparare a comprendere le complessità anziché combatterle. Non più scontro, ma confronto, incontro delle diversità e crescita reciproca. Da noi non si trova di meglio che discutere sul cimitero islamico di Udine. Ma con quali argomentazioni razionali si può negare il diritto alla sepoltura a chi ha una religione diversa. La pietà per i defunti è universale, perché la morte, come diceva Totò è “A livella” e di fronte a lei siamo tutti uguali e poi non era forse Gesù Cristo a dire “Ama il tuo prossimo come te stesso”?. In questo clima così ostile non destano grande stupore le dichiarazioni di alcuni esponenti della Lega che vorrebbero riproporre in Italia un referendum analogo a quello svizzero. Non si tratta di una variante al piano urbanistico ma di un rigurgito di xenofobia e razzismo. Costoro dimenticano, o forse non sanno, che, pochi decenni or sono, su alcuni locali pubblici della confederazione elvetica comparvero cartelli con la scritta “E’ vietato l’ingresso ai cani e agli italiani.” Di contro però sono sempre stati ben accetti i capitali che molti italiani, anche al governo, facevano e fanno entrare illegalmente in quel paradiso fiscale. E’ proprio un bel esempio da seguire!

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