domenica 16 gennaio 2011

Un movimento d'indignazione

Questa lettera è stata pubblicata nella rubrica "Per posta e per E-mail" del Messaggero Veneto il giorno 26 gennaio 2011

“Indignez-vous” è il titolo di un libretto di 30 pagine, 5 ristampe e 500.000 copie vendute in Francia in tre mesi. L’autore Stéfan Hensel, 93 anni, ex diplomatico, partecipò alla lotta partigiana e fu internato in un campo di concentramento. Raccontando gli ideali che lo portarono a combattere il nazismo, ha creato un grande movimento d’indignazione, specie tra i giovani, nei confronti dell’attuale classe politica francese. Anche in Italia i giovani protestano per la precarietà dello studio, del lavoro e perché una classe politica ha rubato loro i sogni. In questa situazione così critica e delicata non si può non indignarsi di fronte ai reiterati tentativi di capovolgere un fondamento della Costituzione: la legge è uguale per tutti. Dopo i vari lodi salva-premier, si è molto parlato del legittimo impedimento e ora della decisione della Corte Costituzionale. Nonostante le minacce, il provvedimento è stato considerato parzialmente incostituzionale e si è ribadito che nessuno è al di sopra della legge. Sarò un’idealista, ma se io, comune cittadino, fossi innocente non avrei il minimo dubbio a percorrere tutte le vie legali per scrollarmi di dosso ogni dubbio e uscirne a testa alta. M’indigna chi fa di tutto per non far luce sulla verità, ciò rappresenta un’implicita ammissione di colpevolezza, ancora più rimarchevole se lo fa chi ricopre un’alta carica istituzionale, rappresentativa del popolo. La stampa internazionale riporta casi di politici processati. In Israele, il presidente Moshe Katzav e il premier Olmert si sono dimessi e hanno affrontato il processo come comuni cittadini. Il primo è stato riconosciuto colpevole di molestie sessuali nei confronti di alcune sue segretarie, il secondo di finanziamenti illeciti. In Inghilterra due deputati inquisiti per reati, minori rispetto a quelli che ormai siamo abituati a leggere sui nostri media, sono stati cacciati dal loro partito e sottoposti a giustizia ordinaria. Come chiunque! Si tratta anche di una questione di credibilità e serietà politica. Come si fa a non indignarsi nel sentire il premier affermare che la magistratura è il cancro della democrazia o di fronte alle levate di scudi della casta in difesa di qualche suo membro indagato? E’proprio vero il modo di dire cane non mangia cane! La parola etica ha subito uno svuotamento sostanziale nel suo significato. Il rispetto di chi ti ha votato, la fedeltà al mandato, l’appartenenza ad uno schieramento sono diventati valori quantificabili in denaro o in favori. Un vero e proprio mercato! Non c’è quindi da meravigliarsi che siano state messe in lista persone pur in presenza di informative degli organi istituzionali competenti che segnalavano la loro non idoneità a ricoprire incarichi pubblici. D’altronde, attualmente in Italia le uniche carriere dove non si risente della crisi sono quelle dei calciatori e dei politici. Molti sono i politici con plurimi incarichi e compensi spesso esagerati, in barba a leggi e regolamenti, ma pochi, si fa per dire, quelli disposti a rinunciare a parte delle laute prebende percepite nonostante il tasso di disoccupazione dei giovani sia salito al 29% e il debito pubblico al 102% del Pil con il costo della vita schizzato alle stelle. Come si fa a non indignarsi di fronte ai proclami del premier sul ponte dello Stretto di Messina. A cosa serve un’opera faraonica se le strade per arrivarci sono a dir poco inadeguate? Come si fa a sprecare i soldi pubblici in cattedrali nel deserto e non occuparsi del molti tarli che corrodono l’Italia come, per esempio, il dissesto idrogeologico? A ogni pioggia un po’ più violenta crolla un pezzo d’Italia o qualche bellezza artistica. Il nostro è il paese più bello del mondo per storia, cultura e arte che andrebbero meglio tutelate per incentivare il turismo, importante risorsa economica. De Andrè in una sua canzone diceva: …e il tipo strano, quello che ha venduto per tre mila lire sua madre ad un nano…, frase che sembra adattarsi a certi politici più intenti a conservare la poltrona, pur calpestando democrazia, fiducia degli elettori, morale, oppositori, leggi e Costituzione, che non a tutelare il bene pubblico e, per far ciò, sono proprio disposti a tutto.

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